Fonte: Incoronata Vivolo
Al Laceno esisteva una chiesa fondata da Santo Amato tra il 1070 e il 1080. E’ stata edificata con materiale da costruzione più diffuso in area montana: pietrame calcareo grasso o appena squadrato unito con malte terrose. Dell’edificio sacro, dove in passato si venerava la Vergine del Rosario, oggi restano ancora visibili i pochi resti murari di quella che è stata la Cappella di Santa Maria di Laceno, ubicata lungo l’antica strada che dal Colle Molella discende verso il pianoro. Il monaco domenicano Ambrogio Salvio, appresa la presenza di una Cappella al Laceno in stato di abbandono e desideroso di consentire ai pastori – che guidavano i greggi al pascolo montano e che qui si trattenevano per molti mesi l’anno senza poter rientrare in paese – la partecipazione religiosa, chiedeva e otteneva nel 1536, dal Vescovo di Nusco Monsignor Girolamo D’Accia, l’autorizzione alla riedificazione della Cappella, i cui lavori terminarono nel 1540 dedicandola alla Madonna della Neve.
I pastori, alla Madonna della neve, loro protettrice, in questa chiesa ogni anno celebravano una festa e facevano la relativa processione. In seguito al terremoto del 1694 la chiesa crollò, e della festa della Madonna della Neve se ne perse anche il ricordo. Solo nel 1882, in occasione di una terribile siccità che imperversò per tutta la primavera, i pastori allarmati per i pascoli inariditi, ripristinarono l’antica festa sul Laceno.
Sarebbe interessante se le Autorità competenti potessero prevedere la rimozione dello strato terroso per riscoprire l’antica pavimentazione.
Sarebbe interessante se le Autorità competenti potessero prevedere la rimozione dello strato terroso per riscoprire l’antica pavimentazione.