FONTE: ilmountainrider.com – FABRIZIO VAGO
Qualsiasi escursione in montagna, soprattutto se rientra in zone poco conosciute o addirittura ignote, va preparata per tempo e con scrupolo in modo da ridurre al minimo spiacevoli sorprese durante il cammino.
Sono sempre di più le persone che vengono attratte dalla bellezza della montagna ma molte di queste risultano impreparate ad affrontare tutti quegli aspetti che fanno della montagna una cosa da non sottovalutare: un temporale, un ripido prato bagnato, un sentiero poco evidente, la nebbia che disorienta…sono tutte cose che possono improvvisamente trasformare una serena giornata tra i monti in qualcosa di più serio e pericoloso per la nostra incolumità.
Ogni anno le statistiche del Soccorso Alpino parlano chiaro: la maggior parte degli incidenti in montagna avviene su terreno escursionistico. Terreno per così dire facile come i sentieri che portano o collegano rifugi o che conducono a facili cime dove non vi è alcun bisogno di attrezzature alpinistiche.
E’ vero che a differenza dell’alpinismo il bacino di utenza dell’escursionismo è molto più ampio ma forse è anche vero che più di qualche “escursionista della domenica” parte per la montagna senza avere le idee chiare su quello che andrà a fare e di cosa incontrerà.
Proprio per evitare di trovarsi impreparati è giusto sapere che ogni camminata in montagna, in particolare se non si conosce la zona, non inizia dal parcheggio dove si lascia la macchina ma già qualche giorno prima a casa dove con calma la si potrà pianificare al meglio.
Preparare una escursione in montagna in 7 mosse
- Allenamento. Conoscere il proprio stato di allenamento senza sopravalutarsi è la prima cosa da tenere in considerazione nella fase di scelta dell’escursione. La fatica, influendo negativamente sulla coordinazione dei movimenti, è la prima causa di infortuni (slogature e cadute accidentali).
- Ore di luce a disposizione. Ogni escursione va scelta in base alle ore di luce disponibili. Come sappiamo vi è una notevole differenza di ore di luce tra estate ed inverno. L’orario della partenza non può prescindere da questo importante aspetto.
- Alimentazione e sonno. Una buona colazione al mattino è importante ma lo è ancora di più fare un giusto carico di carboidrati (pasta, riso, cereali) la sera prima a cena. Dato che alimentazione e sonno vanno spesso a braccetto il mio consiglio è quello di non cenare troppo tardi in modo da andare a letto presto con lo stomaco non troppo pieno. Molte persone sottovalutano questi due importanti aspetti senza sapere che le performance fisiche, i riflessi, nonché le capacità cognitive sono strettamente legate alla qualità del sonno e a come ci si è alimentati nei giorni precedenti l’escursione.
- Studio dell’itinerario. Un analisi preventiva dell’itinerario a tavolino con cartina alla mano aiuta ad individuare con precisione dove inizia il sentiero, i dislivelli da percorrere, le distanze, le pendenze del terreno ed eventuali punti di appoggio durante l’escursione. Nell’ipotesi di escursioni in zone poco battute o che prevedono tratti fuori sentiero, può risultare molto utile unire sulla cartina (righello e matita) con delle linee rette i punti più significativi dell’itinerario. Ad ogni retta corrisponderà un diverso azimuth (angolo formato dalla direzione del nord e quella verso cui ci dobbiamo dirigere) calcolato sulla carta usando la bussola come goniometro. In questo modo si avrà già predisposto uno schizzo di rotta pronto ad essere usato unitamente ad una bussola all’occorrenza nel caso di cattiva visibilità o nel caso di sentiero poco tracciato.
- Meteo. Consultare con attenzione le previsioni meteo almeno due giorni prima di partire per un’escursione aiuta ad evitare spiacevoli sorprese e a scegliere l’itinerario in base alle condizioni meteo previste. Fatta eccezione per i classici temporali di calore che possono manifestarsi durante l’estate anche in presenza di una certa stabilità atmosferica mi preme sottolineare che le previsioni meteorologiche di oggi hanno raggiunto soprattutto nel breve termine (1-2 giorni) un alto grado di attendibilità. Anche se il bollettino meteo non è proprio dei migliori non è detto che non si possa combinare niente sempre che lo si sappia in anticipo. Ho perso il conto di tutte le volte che ho apportato delle variazioni al programma iniziale a causa degli sgambetti del meteo. Avere un piano B, un sentiero più corto, meglio segnato, meno esposto o meno in quota, ci consentirà di uscire ugualmente anche nel caso che siano previste piogge deboli/moderate, come spesso mi è capitato durante la piovosissima estate 2014.
- Situazione idrica. Conoscere preliminarmente con una certa precisione la situazione idrica (presenza di sorgenti o comunque punti ove è possibile rifornirsi di acqua) della zona in cui si sviluppa l’itinerario che andremo a percorrere è molto importante soprattutto nell’ipotesi di trekking di più giorni. E’ un informazione da non sottovalutare che può far risparmiare tempo ed energie preziose oltre ovviamente ad alleggerire il peso dello zaino.
- Preparare lo zaino. La preparazione dello zaino è un punto molto importante che non va sottovalutato. Esso va preparato in base alla lunghezza e all’impegno dell’escursione, alla stagione e al meteo previsto. Dentro lo zaino deve esserci tutto l’indispensabile e niente di superfluo. Se vuoi approfondire questo aspetto specifico leggi questo articolo.
- Calzature e abbigliamento. Scarpe basse da trekking o scarpone classico, pile leggero o pile pesante, giacca in goretex o Kway leggero, pantaloni corti o pantaloni lunghi la scelta è spesso delicata. Tuttavia se abbiamo seguito per bene i punti precedenti non dovrebbe risultare poi così difficile. In merito alla scelta delle calzatura (scarpone o scarpa bassa da trekking) voglio soffermarmi su una cosa: soprattutto ad inizio stagione i sentieri più in quota, possono risultare interrotti in più punti da lingue di neve dura. Per evitare spiacevoli sorprese e trovarsi impreparati con calzature inadeguate è saggio informarsi preventivamente sullo stato del sentiero che vorremmo percorrere telefonando ai gestori dei rifugi della zona.
Un’ escursione in montagna può essere fatta da soli, in due o in più persone ma sempre con la consapevolezza di cosa si va a fare e dei nostri limiti. Se nonostante tutti gli accorgimenti qualcosa dovesse andare storto (incidente causato da: scivolata, malore, caduta sassi o ancora perdita di orientamento, maltempo serio ecc..) mantenere la calma e chiamare il soccorso al numero 118. Non abusatene però quella della chiamata al soccorso è “l’estrema ratio”.
Buone escursioni!