Grotte del Caliendo… Laceno da scoprire!!!

Grotte del Caliendo Laceno

Le Grotte del Caliendo sono una delle realtà speleologiche più importanti della Campania, ancora poco note al pubblico. Le prime esplorazioni iniziarono nel 1932 e continuano tutt’oggi. Le grotte, un tempo ricche d’acqua, oggi assumono sempre più un aspetto fossile (il che vuol dire che l’acqua non è parte attiva della vita della grotta), si aprono in diversi corridoi e diverse stanze.
Proviamo però a fare un po’ di storia.

Fino al 1930 era stato pressoché impossibile esplorare la grotta di cui raccontiamo, ma in quegli anni un muratore di Bagnoli Irpino, Giovanni Rama, riuscì a tracciare un sentiero lungo le pareti del monte, con l’ausilio di corde e chiodi da scalata. Iniziò così la prima fase esplorativa, e il suddetto Rama raggiunse nel 1934 il cosiddetto “I Sifone”. A rallentare le esplorazioni concorsero sia i limitati mezzi tecnici del tempo, sia la copiosità d’acqua che si poteva incontrare nella grotta, riducendo i tempi utili ai soli mesi di settembre ed ottobre. Sempre  nel 1934 Rama invitò alla visita della grotta A. Bauco del centro alpinistico, di Napoli. L’anno successivo fu denunciata l’esistenza della grotta all’Istituto Italiano di Speleologia di Postumia. In analogo periodo Rama, continuando le sue esplorazioni, raggiunse il “IV Sifone” dopo aver percorso circa 1600 metri.

Nel 1942 altri si accinsero ad esplorare la grotta: G. Stegagno e A. Segre intrapresero i primi studi geo-paleontologici e rinveniranno all’ingresso della grotta alcune ossa calcificate di sus (genere che da il nome alla famiglia dei suidi) e cervidi.
Solo nel 1964 si ebbe il primo rilievo dettagliato del tratto esplorato, di poco superiore ai 1600 metri. Altre furono, in tempi successivi, le escursioni e le esplorazioni che portarono alla scoperta di altri sifoni.

Col sisma del 1980 si ebbe però un cambiamento rilevante: la sorgente Tronola fu negativamente colpita, e si ebbe un ridursi del flusso di emissione. Il lago regredì e quindi anche la grotta subì un sostanziale svuotamento. Nell’anno successivo ripresero le esplorazioni.

Fu proprio nel 1981 che a Bagnoli, dall’entusiasmo dei giovani interessati all’attività di scoperta, nacque il Circolo Speleologico Giovanni Rama. Il 17 maggio del 1981, alcuni membri del GS CAI Napoli e i subacquei del Centri Immersioni Sorrento penetrarono il “I Sifone” (a 510 metri dall’ingresso) e raggiunsero il “II Sifone”. A. Chieffo e T. Chieffo, P. Di Capua, S. Di Giovanni, A. Nicastro e A. Nicastro e G. Pallante del circolo bagnolese, insieme a F. Bellucci, G. Capasso, G. Giannini, I. Giulivo, C. Piciocchi, A. Santo e M. Tescione del gruppo napoletano raggiunsero, con le loro esplorazioni, quota 2906 metri percorsi nella grotta (con un dislivello di circa 171 m.). Fu raggiunto, così, per la prima volta il principale inghiottitoio del Lago Laceno presso Ponte Scaffa. Ci fu, allora, anche l’interessamento dell’Università di Napoli per lo studio del fenomeno carsico dell’Irpinia.

Continuarono le esplorazioni alla ricerca di ulteriori diramazioni, e nel 1990 fu scoperto un nuovo ramo fossile a circa 13 metri all’interno della grotta, con una lunghezza di circa 807 metri.

 

Info escursioni:

5WExperience  379 1813813

Gruppo Speleologico “G. Rama” 388 7538386

 

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