Si tratta della più antica tecnica sciistica conosciuta e codificata; in particolare di una tecnica di virata che venne inventata alla metà dell’Ottocento dai montanari del distretto di Telemark, situato guarda caso in Norvegia.
Il telemark viene introdotto all’epoca in cui, in assenza di impianti di risalita, sci nordico e sci alpino sono ancora una cosa sola. Il tallone sbloccato, come nel fondo, permette una grande libertà di movimento in pianura e in salita, ma rende lo sciatore piuttosto instabile in discesa. Questo problema viene risolto dalla nuova virata, che consente discese sempre più ripide soprattutto in nevi profonde, non battute. Inizialmente gli esclusivi praticanti sono i boscaioli, che adottano il telemark per gli spostamenti invernali, ma poi la novità viene introdotta anche sui primi campi di neve.
Questa esperienza, iniziata al nord, venne presto esportata sulle Alpi, dove restò in auge fino all’inizio degli anni Venti, quando vennero sviluppate le varie tecniche “Cristiania”, che miravano ad un’esecuzione di curva a sci paralleli, introducendo, in un secondo tempo, anche il bloccaggio dei talloni tramite un aggancio posteriore. Grazie ad alcuni norvegesi, e in particolare a Sondre Norheim, che ne è considerato l’inventore, il telemark sbarcò da emigrante in America settentrionale sul finire del secolo, dove ebbe una notevole diffusione prima di essere soppiantato, come in Europa, da tecniche più moderne. Tuttavia il telemark ha resistito al tempo e oggi è l’esclusivo sistema di atterraggio adottato dai saltatori dal trampolino, dimostrando la sua efficienza nel conferire allo sciatore la massima stabilità.