Terre del lupo: by Vincenzo Garofalo

Le Invasioni Digitali sono un must per tutti gli amanti della mobile-photography e della cultura.
Un anno fa, insieme ai ragazzi di Paesaggi Irpini, Palazzo Tenta 39, Associazione Culturale Anthemis, noi di Terre del Lupo, con l’associazione solofrana Asbecuso, ci siamo cimentati nell’organizzazione di un piccolo tour, in tre tappe, per raccontare la nostra provincia: Pizzo San Michele (di cui noi abbiamo fatto un reportage narrativo e fotografico: se non l’avete ancora fatto, leggetelo!), Solofra con la sua Collegiata incantevole e Bagnoli Irpino   (Il bel comune di montagna, alle porte dei Picentini, l’abbiamo raccontato a più mani: nella sezione reportage trovate foto, storia e cronaca di una visita al piccolo comune). L’esperienza ci entusiasmò, e da allora, intensamente, abbiamo lavorato al progetto itinerante delle invasioni Irpine.

Goleto

Sotto il vessillo verde, bianco e azzurro delle Invasioni Irpine, quest’anno, abbiamo accettato nuovamente la sfida di Invasioni Digitali e, in Irpinia, abbiamo deciso di dar vita a nuove Invasioni. Ne abbiamo pianificate tre: il 25 Aprile, primo dei due giorni programmati, andremo in mattinata a Santa’Angelo dei Lombardi , per proseguire, nel primo pomeriggio con l’Abbazia del Goleto ; il secondo giorno, invece, con la terza tappa, programmata per il 3 Maggio, ci cimenteremo in un’avventura nuova, un’escursione di trekking al Monte Magnone (di questa escursione parleremo poi più approfonditamente).

Sant’Angelo dei Lombardi ci aspetta il 25 Aprile di buon mattino: alle ore 09:30, in Piazza De Sanctis, gli invasori avranno modo di conoscersi, di conoscerci e di prepararsi, “scaldando i muscoli”, all’Invasione “Terre Longobarde“.

Cosa andremo a vedere? Sant’Angelo è un comune dell’Alta Irpinia piuttosto particolare, fu vittima del terremoto che nel 1980 colpì l’Irpinia, e perse oltre a numerose vite, anche gran parte del proprio patrimonio storico. La violenza del sisma rase al suolo gran parte del paese, rubandogli un passato che, purtroppo, la ricostruzione non ha saputo restituire.
Il centro storico ci ospiterà, per la maggior parte del tempo, sotto la guida di un “Cicerone” della Pro Loco.

Tappe di notevole importanza sono la Cattedrale, che all’interno custodisce piacevolissimi segni del passato di Sant’Angelo dei Lombardi, e il Castello degli Imperiale, edificio dal passato antichissimo, intorno al quale sorse un primo agglomerato urbano.

L’Invasione a Sant’Angelo dei Lombardi ha un legame spirituale con quella organizzata e compiuta nel 2014 a Pizzo San Michele, lo sapevate?

Il culto di San Michele Arcangelo è tipico di tanti comuni dell’Italia Meridionale e, mentre sul Pizzo sorge un santuario che fin da epoche remote è meta di pellegrinaggi, nel comune che invaderemo il 25 aprile, si ha un culto analogo, risalente, a quanto pare anche dal nome, all’epoca longobarda!

Dopo una pausa pranzo ristoratrice, però, una nuova piccola avventura aspetta gli invasori: si va al Goleto!

L’Abbazia del Goleto, meraviglioso ed ameno luogo di fede e storia, racchiude al suo interno l’anima dell’Irpinia. Fondata da San Guglielmo da Vercelli  fu nel tempo punto di riferimento per le comunità locali, sotto la guida di diverse badesse. Inevitabilmente, però, il declino arrivò e dopo un po’, con la colpa di papi e regnanti, il complesso monastico fu abbandonato. Furti, terremoti, l’abbandono e il disinteresse portarono alla rovina l’intera struttura.

Qualcuno si domanderà, quindi, perché un’invasione qui? Perché, in tempi piuttosto recenti, grazie allo sforzo di un solo uomo, P. Lucio Maria De Marino, l’Abbazia è tornata a risplendere come oasi di pace. A prendersene cura sono i Piccoli Fratelli: ecco il perché della scelta,Abbazia del Goleto e i Piccoli Fratelli!

Non vi racconteremo cosa si potrà ammirare nell’Abbazia e nelle sue pertinenze, lasciando spazio alla guida d’eccezione che ci accompagnerà: l’architetto Angelo Verderosa.

San Guglielmo da Vercelli, il santo protettore dell’Irpinia, è anche l’uomo che fondò l’Abbazia di Montevergine, e che rincontreremo nell’invasione del 3 maggio al Monte Magnone. 

Si, come avete avuto modo di leggere nella narrazione della vita del santo, il suo segno fu lasciato anche nei pressi del lago Laceno