Tra storia e vitigni…l’Irpinia

di Giuseppe Scarica

foto di incampania.com

Questo itinerario ci porterà a scoprire i vigneti, le cantine e la radici di questi  veri e propri tesori  e delle loro origini DOCG.

Tufo: ci si inerpica sulle colline che circondano la piana del Sabato, lasciando l’autostrada e percorrendo la SP 113. I vigneti ci accompagnano fino al raggiungimento del borgo di Tufo dove le strette stradine circondano il Castello roccaforte voluta dai Longobardi e che si erge nel punto più alto a guardia della valle. L’imponente palazzo Di Marzo invece ci porta alle origini geologiche del borgo irpino, nato su giacimenti di zolfo, scoperte proprio da Francesco Di Marzo nel 1886 che è stato il pioniere dell’attività estrattiva di zolfo fino agli anni ’50. Il palazzo fungeva da centro servizi per le attività in miniera, attualmente è in stato di abbandono ma dall’esterno la sua imponenza dà l’idea di quanto era sviluppata l’attività di estrazione. La torretta ottagonale ed il monumento dedicato a Francesco Di Marzo sono ben visibili e conservati. Inevitabile è poi entrare in una delle cantine sparse nel borgo per assaggiare gli abbinamenti proposti del Greco di Tufo con i cibi locali. Stupendi e aperti al pubblico sono anche i numerosi vigneti sulle colline dove poter assaggiare questo vino frizzante la cui origine, celebre già al tempo dei romani, si perde nella notte dei tempi. Sulla strada che collega Tufo ad Altavilla Irpina, incontriamo infine la Grotta di San Michele Arcangelo, aperta attualmente al culto con un piccolo altare all’interno, visitabile a cura degli abitanti del posto che volontariamente accompagnano gli escursionisti alla visita della stessa.

Altavilla Irpina: la SP56 collega i comuni di Tufo ed Altavilla Irpina, ma è la storia che nei secoli ha fatto da collante tra questi due borghi. Primariamente con i vitigni, anche qui ben radicati per la produzione del Greco, e non secondariamente con le miniere di zolfo. Infatti, se le miniere erano stanziate tutte nel  territorio di Tufo, gli uffici, le officine ed i mulini, erano tutti radicati ad Altavilla. Il borgo con i suoi monumenti riporta ai fasti dell’antico borgo medievale conosciuto come Altacauda. Molti reperti storici sono conservati all’interno del Museo Civico ospitato nell’ottocentesco palazzo Caruso insieme alla Biblioteca Comunale. Altra notevole costruzione, all’interno del borgo, è palazzo Comitale, di epoca aragonese e dimora della potente famiglia dei De Capua. Imperdibile e sicuramente unica è la visita del Museo Civico della Gente Senza Storia quasi per intero dedicato ai ritrovamenti avvenuti  nella Cripta della chiesa madre di Altavilla. Migliaia di corpi di defunti mummificati, di cui non si conosce la provenienza e per questi definiti “senza storia” vestiti ed ornati di tutto punto di medagliette, bottoni e orecchini, tutto miracolosamente conservato alla perfezione.

Taurasi: percorrendo la SP 56 a ritroso, ripassiamo per Tufo e ci immettiamo, seguendo le indicazioni stradali, sulla SP 52 in direzione Taurasi. Il borgo è molto caratteristico, le case ed i palazzi in pietra fanno da corollario al centro medievale. Particolare è il palazzo del Municipiocon un bel cortile ricavato all’interno di un ex convento, del 1500. Ben conservata è la porta Maggiore, ai piedi della quale sono stati rinvenuti resti di costruzioni romane, che accompagna all’uscita delle mura per concedere allo sguardo una cartolina sulla valle del Calore e sugli innumerevoli vitigni. E’ qui che nasce il Taurasi DOCG  il più deciso della famiglia degli Aglianici campani, vanta il record di essere il primo vino ad essere insignito della denominazione di origine controllata e garantita. Le cantine presenti sul territorio ne offrono svariate varianti abbinate coi cibi della tradizione.

Lasciata Taurasi, la SP 52 ci accompagna dolcemente lungo la collina, attraversando i comuni diSant’Angelo all’Esca, con la bella chiesa patronale di San Michele e Fontanarosa, ricca di portali in pietra calcarea e bassorilievi, per raggiungere Mirabella Eclano. La tappa finale del nostro itinerario ci offre una retrospettiva completa su quello che rappresentava il territorio dell’Irpinia ai tempi degli Antichi romani. Gli scavi ben conservati hanno riportato alla luce un’antica città romana sita sul tracciato della via Appia a metà strada tra Benevento ed Avellino(Maleventum ed Abellinum). Ben visibili e conservate sono le terme, il macellum ed il forum. Visibili anche strutture di domus in stile pompeiano, mentre non è stato ancora scavato l’anfiteatro costruito presumibilmente seguendo lo schema di quello di Pompei. All’interno del centro storico di Mirabella, poi meritano una visita la Chiesa Madre di Santa Maria con all’interno un stupendo Cristo scolpito del XII secolo, il Museo del Carro, ospitato all’interno di un ex convento francescano del XIII secolo, custodisce parte dei registri del carro di Mirabella, un obelisco impagliato a forma di guglia alto 25 metri e simbolo della città.

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